Gli ampi orizzonti dei Final Step
Band made in Svizzera dal sapore rock-jazz, la cifra stilistica dei dei Final Step è il jazz elettrico post-davisiano, in quella sua variante canonica che si è soliti definire fusion. Per meglio dire, lo scaffale in cui potremmo inquadrare questa formazione è quello di una band jazz-rock, dove il marchio bifronte indica uno stile scandito da una intensa pulsazione ritmica, spesso ostinatamente binaria e funk. Che in questa band si scrolla la polvere della maniera animandosi della forza di nuove idee, di un’intensa creatività compositiva che offre una rilettura tutt’altro che filologica, piuttosto evolutiva, di un modo di fare incontrare il jazz con i ritmi del rock.
La cifra stilistica dei Final Step è il jazz elettrico post-davisiano, in quella sua variante canonica che si è soliti definire fusion. Per meglio dire, lo scaffale in cui potremmo inquadrare questa formazione è quello di una band jazz-rock, dove il marchio bifronte indica uno stile scandito da una intensa pulsazione ritmica, spesso ostinatamente binaria e funk. Che in questa band si scrolla la polvere della maniera animandosi della forza di nuove idee, di un’intensa creatività compositiva che offre una rilettura tutt’altro che filologica, piuttosto evolutiva, di un modo di fare incontrare il jazz con i ritmi del rock.
Oggi la line up comprende: Matteo Finali (chitarra), Mirko Roccato (sassofoni), Alberto Citterio (tastiere), Federico Barluzzi (basso) e Dario Milan (batteria).
Nel lungo percorso che è arrivato fino a qui sono stati coinvolti molti musicisti ticinesi e della vicina penisola, come ad esempio Dario Milan, Alessandro Ponti, Mirko Roccato, Gabriele Pezzoli, Fabio Buonarota, Francesca Morandi, Walter Calafiore, Silvano de Tomaso, Max Pizio, Rocco Lombardi, Gian-Andrea Costa, Frank Salis, ecc.
La storia
Il progetto artistico, nato nel 2003 dalla creatività del suo fondatore Matteo Finali, esordisce nel 2010 con un primissimo album, Desert trolls con cui il gruppo alle sue prime prove di ginnastica sonora sembra tentare il percorso, saggiare la tenuta degli arrangiamenti, misurare le proprie forze. Condendo il tutto di una notevole dose di energia. L’album esce per l’etichetta Tetraktys Music Label (Giubiasco) e riceve una buona accoglienza presso il pubblico e la critica. A fianco di Matteo Finali, in questa prima fase, c’è Max Pizio al sax.
Con Uncle Joe’s Space Mill del 2014, pubblicato dall’etichetta Altrisuoni (Manno), si inizia ad intravedere un’evoluzione estremamente personale. Matteo Finali, sempre supportato da Max Pizio, ma affiancato ora da un quartetto di strumentisti ben lucido, maturo e ambizioso, inizia una originalissima esplorazione di moduli ritmici d’origine nordafricana e magrebina. L’impasto elettrico-tribale è qui declinato dunque in una direzione forse un po’ meno funk, ma non per questo meno godibile né coinvolgente. Sta in questa virata, che impone una decisa svolta alla poetica della band, il tratto ancora oggi più interessante del loro stile.
Il terzo disco, Three Sails – Live @ Il Magazzino, del 2015, uscito per l’etichetta Unit Records di Berna, segna un’evoluzione non tanto nel repertorio quanto nell’espansione dell’organico. I fiati della front line sono ora due, tromba e sassofono: i brani tratti dal Mulino spaziale dello zio Joe risuonano ora con una nuova quadratura, una forza tranquilla nell’espressione. Come se, trovato il modulo più affidabile e sostenibile, la band esplorasse la personalità di ognuno dei pezzi con un’autorevolezza e con una calma degna di nota. La souplesse è perfettamente palpabile osservando le riprese live della registrazione, che sono contenute in un DVD allegato alla pubblicazione.
Il 2016 è l’anno di Estival Jazz, il contesto giusto per dare voce ad una dimensione musicale ampia e complessa, ricca per energia ed arrangiamenti. Nel 2017 esce il quarto album del gruppo, intitolato “Live At Estival Jazz”, che contiene i brani live del concerto del 2 luglio 2016, che ha visto salire Final Step sul palco di Estival Jazz 2016 a Mendrisio, prima del famosissimo gruppo degli Steps Ahead.
Da qui Final Step parte per una nuova avventura, per un’esplorazione creativa che si va facendo sempre più chiara e definita. La rotta è disegnata sulla mappa di un progetto collettivo. Sfrutta le risorse di un genere che mostra non soltanto di essere perennemente vitale, ma anzi, di saper prestare le sue risorse a forme musicali nuove e inattese.
Nel 2021 esce Disconnections, il nuovo album dei Final Step. Disconnections è un viaggio nella profondità dell’anima e della storia passata, familiare e personale: gli ascolti, i ricordi, i maestri: un omaggio alla sosta e alla riflessione, alla rimodulazione dei contenuti e di una musica che attraversa la vita e la permea. In questo senso la parola fusion diventa l’etichetta in cui incasellare un progetto artistico fluido e complesso in cui si incontrano in allegria e grande rispetto il ricordo di vari autori come John Scofield, Joe Zawinul, Miles Davis, Weather Report, Bill Evans, Scott Kinsey, Scott Henderson, Gary Willis, Tribal Tech, Medeski, Martin & Wood, Snarky Puppy, Steps Ahead e Yellowjackets.
Soprattutto Disconnections è un invito a fermarsi e a riprendere i suoni della propria vita e della propria musica nella vita reale, fuori da un bit compulsivo e assordante.